lunedì 3 marzo 2014

La Classica - Marcia Sinfonica - Michele Lufrano

Michele Lufrano nasce il 15 aprile 1915 a S Arcangelo di Potenza, indirizzò i suoi interessi verso la musica intraprendendo studi specifici così che riuscì ad entrare a far parte del Concerto Bandistico di Squinzano diretto da Gennaro Abbate , come spalla di Gino Bello.Dopo quattro anni di servizio fu nominato da Abbate suo vice e alla sua morte ricevette in eredità la guida del prestigioso Concerto Bandistico.Rimase 3 anni con la banda di Squinzano e poi vinse il primo posto nel concorso per la direzione della banda di Francavilla Fontana.L'ormai consolidata fama gli procurò richieste da ogni parte e decise il ritorno a Squinzano. Dopo Squinzano fu la volta di Conversano, Mottola, Cepagatti, Lanciano, Chieti, Gravina di Puglia, Manduria e Teano. Ha prodotto numerose marcie sinfoniche tra cui: "Regione Abruzzo", "Fantastica", "Cepagatti in festa", "Squinzano", "Omaggio a Francavilla Fontana", "La Classica". Scrisse i poemi sinfonici "Tempesta" e "Grande Festa"; e i balletti per banda "Danze Italiane" e "Danze Spagnole". Va a lui il merito di aver impartito le prime lezioni a Riccardo Muti. Si spense a Noci il 17 febbraio 1996.

Caserta - Marcia Sinfonica (F.Marchesiello)

Francesco Marchesiello ( Marcianise , 1893-1980 ) è stato un compositore italiano , insegnante di musica , musicologo , direttore d'orchestra e clarinettista. Era un clarinettista nella Banda Bianca a San Severo , che fu condotto da Lino Santoro . Già all'età di 14 Nel periodo 1908-1910 , ha agito come un clarinetto solista in vari teatri italiani e sale da concerto . Entro la fine della prima guerra mondiale , è diventato vice direttore della Banda delle " Fiamme Gialle " . Nel frattempo , studia armonia, contrappunto , composizione e strumentazione presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli di Napoli e ha conseguito il diploma lì in Francesco Cilea , Camillo De Nardis , Raffaele Caravaglios e Pinna .

Maggiolata - Marcia Sinfonica (Francesco Marchesiello)

Francesco Marchesiello ( Marcianise , 1893-1980 ) è stato un compositore italiano , insegnante di musica , musicologo , direttore d'orchestra e clarinettista. Era un clarinettista nella Banda Bianca a San Severo , che fu condotto da Lino Santoro . Già all'età di 14 Nel periodo 1908-1910 , ha agito come un clarinetto solista in vari teatri italiani e sale da concerto . Entro la fine della prima guerra mondiale , è diventato vice direttore della Banda delle " Fiamme Gialle " . Nel frattempo , studia armonia, contrappunto , composizione e strumentazione presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli di Napoli e ha conseguito il diploma lì in Francesco Cilea , Camillo De Nardis , Raffaele Caravaglios e Pinna .

Vita Pugliese - Marcia Sinfonica (Giuseppe Piantoni)

Nato a Rimini il 18 giugno 1890, Piantoni giovanissimo frequentò il Conservatorio musicale di Pesaro, ove ebbe come docente: Pietro Mascagni. Trasferitosi successivamente a Bologna, presso la locale “Accademia Filarmonica” si diplomò come “Maestro compositore e Direttore d’Orchestra” e conseguì anche diplomi in “Composizione, Pianoforte ed Organo” (gli originali fanno parte della dotazione archivistica dell'Associazione Culturale Musicale a lui intitolata). Scoppiata la prima guerra mondiale, il giovane musicista prestò il servizio militare come sottotenente in zona di guerra, pur continuando a coltivare la sua arte. Nel 1916 compose un “Inno a Gorizia”, per canto e pianoforte dedicandolo al generale Luigi Cadorna e successivamente, nel 1918, una Marcia sinfonica: “Sul Montello”, in onore del trionfante generale Armando Diaz. Terminata la Grande Guerra, Piantoni diede inizio a Soleto alla sua lunga stagione pugliese, umana ed artistica: nella cittadina salentina, infatti, si sposa ed esordisce come Direttore d’orchestra dirigendo la locale Banda musicale. Dopo un biennio trascorso in Campania (1923-1925), ove dirisse il Concerto bandistico di Frattamaggiore, Piantoni ritornò definitivamente in Puglia, a Conversano, per dirigere lo Storico Gran Concerto Bandistico della città e lì stabilì anche la sua residenza: unica parentesi artistica sarà quella che visse, dal 1929 al 1934, come Direttore della banda musicale di Castellana Grotte; parentesi che gli varrà notevoli riconoscimenti professionali per i successi ottenuti con il Concerto bandistico da lui diretto in Concorsi di rilevanza italiana: a Bologna, Perugia, Torino e Palermo. È di questi anni anche la composizione e messa in scena, al teatro Piccinni di Bari, del suo primo melodramma: “Il Tizianello” (1932). Piantoni tornò definitivamente nel 1934 nella ormai sua città, per dirigere lo storico Concerto bandistico conversanese che era stato diretto dai maestri e concertatori Pietro Marincola (1929-1932) e Giovanni Orsomando (1933). Il Maestro riminese compose in quei lunghi anni conversanesi altre 4 opere liriche subito, però, ridotte in versioni per banda: “L’Amore che torna”, “Canto d’Amore”, “Il Gran Topazio”, e quella che è considerata il suo capolavoro: “I Mietitori”, ispirata al verismo; inoltre scrisse riduzioni per banda dei grandi melodrammi dell’800 italiano ed europeo; originali composizioni per “Complessi da camera” e musiche “per Canto e pianoforte”; soprattutto le sue Marce, tra cui le “Leccesina”, “Medea” e “Vita Pugliese”, affresco elegiaco, quest’ultimo, della terra e degli uomini pugliesi. Il Maestro morì a Conversano sessantenne, il 29 gennaio del 1950.

Ligonziana - Marcia Sinfonica (Nino Ippolito)

Il maestro Nino Ippolito è nato a Squinzano nel 1922. Ha scritto numerose composizioni per banda, oggi se ne contano più di cento. Compositore conosciuto in tutte le bande nazionali soprattutto per alcune delle sue marce sinfoniche. E' tornato alla casa del Padre giorno 20 ottobre 2011 a 89 anni .

A Tubo - Marcia Sinfonica (Ernesto Abbate)

Ernesto Paolo Abbate, nasce a Noicattaro (BA) il 6 settembre 1881 da Biagio, musicista bitontino e direttore d’orchestra già affermato, e da Maria Tarantino, di Corato. I coniugi Abbate, sposati nel 1870, hanno avuto, prima di Ernesto Paolo, altri 4 figli nati tutti a Bitonto : nel 1871, Antonio Biagio (morto dopo pochi mesi di vita); nel 1872, Antonio Biagio; nel 1874, Gennaro Michele; nel 1876 Maria Sofia. Intraprese lo studio della musica col padre e col fratello maggiore Gennaro, successivamente, al “regio” Conservatorio di Napoli, fu allievo di composizione dei maestri Nicola D’Arienzo e Camillo De Nardis. Appena ventisettenne fu scelto fra trentadue concorrenti alla direzione della banda di S. Ferdinando di Puglia. Successivamente passò alla banda di Soleto (Lecce) dove vi rimase fino all’inizio della prima guerra mondiale. Nel 1919, tra i numerosi inviti che gli furono rivolti, scelse quello di Squinzano, dove vi rimase fino all’ultimo giorno della sua vita. L’otto aprile del 1921, a conferma della stima reciproca fra il maestro e la città, la civica amministrazione di Squinzano gli conferì la cittadinanza onoraria. In questi 15 anni di completa dedizione alla banda salentina mise pienamente in atto la riforma organica strumentale di Alessandro Vessella che lo portò a scrivere un repertorio adatto al meglio utilizzare l’insieme timbrico di un organico di 70 elementi, facendo diventare quel complesso l’emblema dell’avanguardia musicale italiana. Ernesto Abbate, insieme al fratello Gennaro, è stato uno dei primi compositori italiani a scrivere musica originale per banda. Sullo stile della musica descrittiva, scrisse prettamente per l’organico bandistico diversi poemi sinfonici. Il più conosciuto fra tutti, “La sagra dei fiori”, è un poema sinfonico descrittivo dove vi è raccontato il rito della benedizione dei fiori in una festa di paese che raccoglie suoni di immagini collettive di quell’Italia rurale del primo novecento. “Canto d’eroi” , poema cavalleresco ispirato alla poesia Epica dell’Ariosto, dove nella descrizione musicale degli episodi, dal fragore delle armi al sogno del soldato, al trionfo dell’eroe, vi è tutta una gamma di toni e colori che caratterizzano le gesta di un’epoca immortalata di leggende; ”La Principessa lontana” poema drammatico ispirato ai versi del Carducci e del Rostand che narra il disperato e fatale amore per Melisenda e la patetica fine del provenzale Rudel, il tutto in una musica toccante, pregna di sentimento d’angoscia, di pietà, le cui ultime note si perdono in un pianissimo denso di commozione e di struggimento. Scrisse altre musiche descrittive in tempo di marcia, dei veri e propri capolavori che nessun altro, oltre al fratello Gennaro, ha saputo eguagliare o sviluppare negli anni avvenire. Uno stile unico. Inventò così la marcia “Sinfonica”, che potrebbe sembrare incompatibile all’impiego che la banda ne avrebbe fatto, visto che nel marciare, prima di allora, venivano usati i soli caratteri militari, trionfali o funebri. Come se non bastasse, ne scrisse altre di carattere brillante e caratteristico con l’impiego di disegni melodici e ritmici mai ripetitivi e sempre originali. Basti citare “A Tubo”, “I Gladiatori” , “Bella Madonna”, “Ninì la capricciosa” per confermare l’originalità e la grandezza di queste primordiali “composizioni per banda”. Seppe così coniugare gli stili compositivi della musica colta al più popolare impiego della banda. Prima di allora, le bande marciavano al solo tempo di 2/4 o 6/8 e con melodie prettamente patriottiche o cavalleresche, con Ernesto Abbate hanno imparato a marciare anche nel tempo di 4/4 con melodie che richiamano il carattere melodrammatico ottocentesco e la musica descrittiva, il tutto cucito con l’arte della grande scuola napoletana di composizione. Nel 1932 una grave malattia lo colpì e nel 1934, piegandosi alle insistenze della moglie Rosa e del figlio Biagio, affidò la “sua” banda di Squinzano alla bacchetta del grande fratello Gennaro e si trasferì a Martina Franca dove morì il 24 aprile del 1934. Il funerale fu seguito da ben cinque bande musicali, fra le più famose d’Italia, che resero con la musica l’ omaggio dovuto al grande direttore. Tanti i telegrammi inviati da tutto il mondo musicale dell’epoca a testimonianza della notorietà e dell’ammirazione che il maestro godeva. La salma, per suo volere, riposa nel cimitero di Squinzano, la città d’adozione liberamente scelta e immensamente amata. Fonte: giuseppegregucci.it