giovedì 23 aprile 2015

Le mie Recensioni dei Film Migliori




IL BACIO DELLA PANTERA  (1942 - Jacques Tourneur)






 Titolo originale del film: Cat People, girato in B/N.
«Potete ingannare chiunque, ma è quasi impossibile riuscire a ingannare un gatto: sentono d'istinto quando qualcuno non li ama».
(Signorina Plunkett).
La serba disegnatrice Irena Dubrovna Reed (Simone Simon) crede di essere una discendente di una malvagia tribù e ha paura di trasformarsi in una pantera se travolta dalla passione, dalla rabbia o dalla gelosia.
 L’incasso di questa pellicola ha salvato dal disastro finanziario il produttore Val Lewton, assunto dalla RKO per realizzare film horror a basso costo che non superassero i 150.000 $.
 L’uso della luce contribuì a introiettare il contenuto del film e a provocare nello spettatore un'assimilazione più forte e profonda con i personaggi. La pellicola è famosa perché terrorizza gli spettatori con la suggestione di un orrore che non si vede, basato su un caracollo di ombre proiettate e indefiniti effetti sonori, come la suggestiva sequenza della piscina. La pantera resta nascosta fino alle scene finali del film. La sequenza finale di Irena che si trasforma in una pantera nera fu inclusa a dispetto delle obiezioni del regista.
 All’uscita del film, le recensioni furono varie. La rivista Variety definì Il Bacio della Pantera uno «strano lavoro che bilancia la tensione e il brivido». Bosley Crowther, del New York Times, commentò: Il Bacio della Pantera è un tentativo forzato e ovvio di provocare stupore.
 Il film è diventato un horror da cineteca, tutto giocato sui turbamenti del non-detto e su un raffinato geometrismo delle immagini.
 Il film ebbe un seguito nel 1944, Il Giardino delle Streghe (The Curse of the Cat People), per la regia di Gunther von Fritsch e Robert Wise, e un remake del 1982, con Nastassja Kinski, per la regia di Paul Schrader
 Nel 1993 Il Bacio della Pantera è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti poiché "culturalmente, storicamente o esteticamente importante".

 Da vedere in compagnia di un gatto, state attenti che non vi graffi.
Le mie Recensioni dei Film Migliori



L’APPARTAMENTO  (1960 - Billy Wilder)   

  


                                   

 Uno dei migliori film di Billy Wilder, girato in B/N. Vincitore di ben 5 Oscar.
 Il contabile C.C. Baxter, (Jack Lemmon): detto Ciccibello (Buddy Boy nell'originale), impiegato in una compagnia di assicurazioni americana, cattura le simpatie dei dirigenti in maniera astuta, offre il suo appartamento per le loro scappatelle extraconiugali, e durante i loro tête-à-tête se ne va a spasso per la città.
 L’andazzo dura finché Baxter non s’innamora di Fran Kubelik, (Shirley MacLaine) graziosa lift-girl, una delle signorine in uniforme che manovrano i grandi ascensori del palazzo aziendale. Egli scopre che la donna è l'amante del capo del personale, Jeff D. Sheldrake], (Fred MacMurray) il quale si rivolge proprio a lui per usufruire del suo dell'appartamento, dietro consiglio dei colleghi.
 Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al 93° posto della classifica dei migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi. 10 anni dopo, nella lista aggiornata, è salito all’86° posto.
 Jack Lemmon ottenne la nomination ma non vinse la statuetta come miglior attore protagonista, peccato!
 Nella sua carriera ha vinto due Oscar. Nel 1956 come Miglior attore non protagonista, nel film: La nave matta di Mr. Roberts. E nel 1974 come Miglior attore protagonista nel film: Salvate la tigre.
 Oltre a questo film, vi consiglio di vedere altre tre bellissime pellicole di Billy Wilder con Lemmon protagonista: A qualcuno piace caldo (1959), con Marylin Monroe, Irma la dolce (1963) e Prima pagina (1974).

 Jack Lemmon fu uno degli interpreti preferiti del regista Billy Wilder che ne sfruttò con abilità l'innato talento brillante. Assieme a Walter Matthau formò per anni un proficuo sodalizio artistico.
Le mie Recensioni dei Film Migliori



LA FEBBRE DELL’ORO  (1925 - Charlie Chaplin)







 Titolo originale della pellicola (The Gold Rush) è un film muto diretto, interpretato e prodotto da Charlie Chaplin, come tutte le sue pellicole. Fu proiettato la prima volta il 26 giugno 1925. L’ispirazione arrivò a Chaplin durante la proiezione di alcune diapositive, in casa degli amici Douglas Fairbanks e Mary Pickford, esse ritraevano un gruppo di cercatori che, nel 1898, all'epoca della corsa all'oro del Klondike (tra il Canada occidentale e l'Alaska), in una lunga fila cercava di scalare la montagna del Chilkoot Pass, porta d'accesso ai giacimenti. Ad accrescere il suo entusiasmo e ad accendere la sua fantasia fu un libro che egli lesse di getto, strabiliato dalle vicissitudini di un gruppo di emigranti diretti in California che nel 1845 rimase bloccato tra i ghiacci della Sierra Nevada e che per sopravvivere, in attesa dei soccorsi, si ridusse a cibarsi dei cani, dei finimenti di cuoio del vestiario nonché dei cadaveri dei compagni deceduti. Il genio sempiterno di Chaplin accese la sua fervida immaginazione e gli suggerì il soggetto per il suo nuovo film. Il confine tra tragedia e comicità era una simbiosi perfetta per l’eterno vagabondo, confinato nel rude universo dei cercatori d’oro, facendogli condividere tutti i rischi del freddo, dell'inedia, della solitudine, compresi gli agguati di orsi.
 Chaplin non mischiò mai la sua professione con la sua vita privata, questa volta, però, dovette farlo a sue spese. Alle selezioni per la nuova attrice che avrebbe sostituito Edna Purviance, avviata sul viale del tramonto, si presentò la sedicenne Lillita MacMurray già interprete dodicenne dell'angelo nel film: Il Monello. Fu scritturata col nome d'arte di Lita Grey e in breve intrecciò una relazione col protagonista. A sei mesi dall'inizio della lavorazione del film, Lita rimase incinta di Chaplin. Per evitare lo scandalo, il regista si trovò costretto a sposarla, e in futuro tale matrimonio gli riservò molti dispiaceri.
 Nel 1992 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
 Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al 74° posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. 10 anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al 58° posto. Nel 2000 sempre l'American Film Institute lo ha inserito al 25° posto nella lista delle migliori 100 commedie americane.
 Il film è uno dei migliori riusciti da Chaplin, c’è genialità, tenerezza, solitudine e speranza. E’ pura genialità le riproduzioni e le riprese con i modelli in miniatura della capanna in bilico sul burrone, così come i meccanismi per le sue oscillazioni, con risultati di straordinario realismo.
 E’ celeberrima soprattutto la scena in cui il protagonista Chaplin cucina e mangia uno scarpone, ciò gli ha causato spiacevoli conseguenze diarroiche a causa della liquirizia, di cui era composto lo scarpone, che fu consumato in gran quantità poiché la scena dovette essere ripetuta più volte.
 Indimenticabile resta la scena del ballo con i panini, presa a prestito da un film del 1917 di Fatty, che fu il primo a presentarla in pubblico. Chaplin riuscì a caricarla di genialità e poesia con l'effetto che, durante la proiezione, alcune platee di spettatori richiesero per acclamazione la ripetizione della scena, con conseguente interruzione della proiezione per permettere il riavvolgimento della pellicola.

 La recensione parla da sé, non occorre aggiungere nulla di più. Charlie Chaplin è un mostro sacro, la perfezione assoluta. 
Le mie Recensioni dei Film Migliori




MEZZOGIORNO DI FUOCO  (1952 - Fred Zinnemann)





 La pellicola, dal titolo originale: "High Noon" narra la vicenda di uno sceriffo (Gary Cooper) che si sente moralmente obbligato ad affrontare un manipolo di fuorilegge che sta per giungere in città, ma viene tradito e abbandonato da tutti i cittadini.
 Il film, in Bianco & Nero, fu apprezzato sin dalle prime uscite nelle sale cinematografiche, ritenuto dai critici un capolavoro assoluto.
 I produttori erano controversi sulla scelta del regista Fred Zinnemann, convinti che un austriaco-ebreo non fosse in grado di dirigere un genere americano come il western. La controversia si ripeté anche nella scelta di Gary Cooper nel ruolo del protagonista, lo Sceriffo Willy Kane, considerato troppo anziano per interpretare un personaggio che si sposa all'inizio del film con Grace Kelly, di trent'anni più giovane nella realtà.
 Il film segna il debutto ufficiale dell’attore Lee Van Cleef, grazie al quale il regista Sergio Leone l’ha voluto fortemente nei suoi film dopo averne apprezzate le qualità, proprio nel momento in cui l’attore attraversava un periodo difficile, a causa dell’alcolismo.
 La canzone Do not forsake me, oh my darling, colonna sonora del film, cantata dal famoso cantante country Tex Ritter, è diventata molto popolare soprattutto nella successiva versione dell'italo-americano Frankie Laine.
 Nel 1989 è stato inserito fra i film conservati nel National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
 Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al 30° posto della classifica dei migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi. 10 anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al 27° posto.
Vincitore di 4 Oscar,
Miglior attore protagonista a Gary Cooper
Miglior montaggio a Elmo Williams e Harry W. Gerstad
Miglior colonna sonora a Dimitri Tiomkin
Miglior canzone (Do Not Forsake Me, Oh My Darlin) a Ned Washington e Dimitri Tiomkin.
 E’ un film ricco di suspense e di tensione per un western, tiene lo spettatore inchiodato allo schermo fino alla fine. Da non perdere.