Le mie Recensioni dei Film Migliori
LA FEBBRE
DELL’ORO (1925
- Charlie Chaplin)
Titolo originale della pellicola (The Gold Rush)
è un film muto diretto, interpretato e prodotto da Charlie
Chaplin, come tutte le sue pellicole. Fu proiettato
la prima volta il 26
giugno 19 25. L’ispirazione arrivò a Chaplin durante la proiezione
di alcune diapositive, in casa degli amici Douglas Fairbanks e
Mary Pickford, esse ritraevano un gruppo di
cercatori che, nel 1898, all'epoca della corsa all'oro del Klondike (tra il Canada occidentale e l'Alaska), in una lunga fila cercava di
scalare la montagna del Chilkoot Pass, porta d'accesso ai giacimenti. Ad
accrescere il suo entusiasmo e ad accendere la sua fantasia fu un libro che
egli lesse di getto, strabiliato dalle vicissitudini di un gruppo di emigranti
diretti in California che nel 1845 rimase bloccato tra i ghiacci della Sierra
Nevada e che per sopravvivere, in attesa dei soccorsi, si ridusse a cibarsi dei
cani, dei finimenti di cuoio del vestiario nonché dei cadaveri dei compagni
deceduti. Il genio sempiterno di Chaplin accese la sua fervida immaginazione e
gli suggerì il soggetto per il suo nuovo film. Il confine tra tragedia e comicità
era una simbiosi perfetta per l’eterno vagabondo, confinato nel rude universo
dei cercatori d’oro, facendogli condividere tutti i rischi del freddo,
dell'inedia, della solitudine, compresi gli agguati di orsi.
Chaplin non mischiò mai la sua professione con
la sua vita privata, questa volta, però, dovette farlo a sue spese. Alle
selezioni per la nuova attrice che avrebbe sostituito Edna Purviance, avviata sul viale del tramonto, si presentò la
sedicenne Lillita MacMurray già
interprete dodicenne dell'angelo nel film: Il Monello.
Fu scritturata col nome d'arte di Lita Grey e in breve intrecciò una relazione
col protagonista. A sei mesi dall'inizio della lavorazione del film, Lita
rimase incinta di Chaplin. Per evitare lo scandalo, il regista si trovò
costretto a sposarla, e in futuro tale matrimonio gli riservò molti dispiaceri.
Nel 1992 è stato scelto per la conservazione
nel National Film Registry della Biblioteca
del Congresso degli Stati Uniti.
Nel 1998 l'American
Film Institute l'ha inserito al 74° posto della classifica dei migliori
cento film statunitensi di tutti i tempi. 10 anni dopo, nella lista aggiornata,
è salito al 58° posto. Nel 2000 sempre l'American
Film Institute lo ha inserito al 25° posto nella lista delle migliori 100
commedie americane.
Il film è uno dei migliori riusciti da
Chaplin, c’è genialità, tenerezza, solitudine e speranza. E’ pura genialità le
riproduzioni e le riprese con i modelli in miniatura della capanna in bilico sul
burrone, così come i meccanismi per le sue oscillazioni, con risultati di
straordinario realismo.
E’ celeberrima soprattutto la scena in cui il
protagonista Chaplin cucina e mangia uno scarpone, ciò gli ha causato spiacevoli
conseguenze diarroiche a causa della liquirizia, di cui era composto lo
scarpone, che fu consumato in gran quantità poiché la scena dovette essere
ripetuta più volte.
Indimenticabile resta la scena del ballo con i
panini, presa a prestito da un film del 1917 di Fatty, che fu il primo a
presentarla in pubblico. Chaplin riuscì a caricarla di genialità e poesia con
l'effetto che, durante la proiezione, alcune platee di spettatori richiesero
per acclamazione la ripetizione della scena, con conseguente interruzione della
proiezione per permettere il riavvolgimento della pellicola.
La recensione parla da sé, non occorre
aggiungere nulla di più. Charlie Chaplin è un mostro sacro, la perfezione
assoluta.
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