E' stato trovato impiccato a una trave, a cento metri dalla sua abitazione: Giovanni Tibaldi, 22 anni, militare in ferma breve dell'Esercito dal 2013, residente nella frazione Paino di Sessa Aurunca. Stando alle prime indiscrezioni, il giovane, orfano di madre, pare si fosse da poco lasciato con la sua fidanzata. Assistente bagnante tra il 2011 e il 2012, il giovane viveva in una casa in aperta campagna tra la frazione di Lauro e Roncolise.Deluso per l'interruzione di un rapporto sentimentale e, soprattutto, angosciato per la perdita precedente della madre, ha deciso di farla finita impiccandosi nelle campagne retrostanti la sua abitazione in Lauro di Sessa Aurunca. Giovanni Tibaldi, 23 anni (nella foto), è stato ritrovato ieri mattina intorno le 10 e 30 dalla sorella, che ha contattato i soccorsi nel disperato tentativo di salvarlo. Non c'era nulla da fare. All'arrivo dei sanitari del 118, il corpo del giovane era già esanime. Sul posto, un orto alberato in località Paino a metà strada tra le frazioni Lauro e Rongolise, sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca, guidati dal capitano Antonio Ciervo, che hanno eseguito le pratiche di rito per accertare le cause del decesso. Il soldato, secondo alcune fonti, avrebbe subito di recente l'interruzione di un rapporto sentimentale mentre in precedenza aveva accusato il colpo per la perdita della mamma, scomparsa in seguito a una lunga malattia. Un taglio netto alla radice della sua esistenza lo aveva fatto scivolare nel baratro. E proprio questo motivo sarebbe testimoniato in un biglietto d'addio trovato dagli investigatori accanto al corpo ormai privo di vita. Giovanni, da un anno in servizio nell'Esercito italiano nel Nucleo comando della brigata Friuli di Firenze e in precedenza conosciuto per l'attività estiva di assistente bagnanti, non ce l'avrebbe fatta a maturare il lutto. «Avrei fatto altre scelte se mia madre fosse sopravvissuta»: questo il senso dell’ultimo messaggio lasciato ai cari. La notizia del suicidio si è diffusa rapidamente a Lauro e nel resto del territorio aurunco tra lo sconcerto generale. Solo il giorno precedente, venerdì, un altro simile episodio era accaduto nella vicina Galluccio e lunedì un caso analogo era stato registrato a Cellole, dove a togliersi la vita è stato un trentanovenne locale. Molti amici, conoscenti e concittadini del giovane Giovanni si sono recati nei pressi del luogo dell'accaduto, a un centinaio di metri dall'abitazione del ventitreenne, a portare il proprio cordoglio alla famiglia. Le visite non sono cessate per tutta la giornata e anche sui principali social network i commenti non sono mancati. Il sentimento della maggior parte degli internauti è quello della costernazione, ricordando la figura del giovane bagnino di Lauro e affidando alla rete l'ultimo messaggio al suo indirizzo. Un gesto ripetuto a distanza fisicamente dal neo ministro della Difesa Roberta Pinotti, che in seguito al giuramento dinanzi al Capo dello Stato ha inviato il suo messaggio alla famiglia: «La drammatica e prematura scomparsa del caporale Giovanni Tibaldi ha destato in me profonda tristezza», ha detto, proseguendo: «In questo particolare momento desidero esprimere la mia più profonda vicinanza ai familiari del militare scomparso e le più sentite condoglianze per la perdita di un membro della grande famiglia dell'Esercito e della Difesa». I carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca hanno svolto per alcune ore le analisi, al fine di escludere eventuali ulteriori remote ipotesi di decesso, e al termine degli accertamenti, su ordine del magistrato di turno, hanno disposto la restituzione della salma alla famiglia per la celebrazione del rito funebre. Una commemorazione organizzata in poche ore, che si terrà domani alle ore 15, all'interno della chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie di Lauro, e a cui parteciperanno sicuramente molti residenti della piccola frazione aurunca. L'ALTRO IERI UNA DONNA DI GALLUCCIO - È il dolore che accomuna in queste ore le vicine comunità di Galluccio e Sessa Aurunca, da sempre particolarmente legate soprattutto in fatto di eventi e manifestazioni culturali, servizi scolastici, sanitari e commerciali. L’altro giorno, una signora di 55 anni, una parrucchiera originaria del piccolo centro dell’Alto Casertano, ma da anni residente in un comune laziale, aveva scelto l’antica casa disabitata dei genitori per togliersi la vita, impiccandosi ad una delle travi presenti nelle stanze dell’abitazione. Secondo alcune indiscrezioni raccolte in paese, la donna raggiungeva alcune volte al mese l’abitazione di Galluccio (collocata nella frazione Campanili, proprio lungo la strada provinciale Sessa Aurunca-Mignano Monte Lungo), per pulire ed aerare la struttura. Un legame con il paese mai rescisso. «È un dramma che ha colpito e scosso tutto il paese – afferma il parroco di Galluccio, don Augusto Rotolo – e tutti siamo vicini ai familiari. Fatti del genere non lasciano indifferenti e pongono tanti interrogativi. Ancora non si hanno comunicazioni ufficiali riguardo ai funerali, ma è probabile che vengano svolti nella cittadina laziale dove era residente la donna». Il suicidio si è consumato in pochi attimi, poi il ritrovamento del corpo e il rito finebre. Ieri, invece, si è pianto tanto per la morte del giovane soldato.
SESSA AURUNCA PIANGE ANCORA - La drammatica scomparsa di Giovanni Tibaldi è l'ultima di una serie a Sessa Aurunca e circondario, dove dal 2012 si contano sette persone decedute con le stesse modalità. Due Under 30. Oltre Tibaldi, hanno perso la vita nel 2013: Fabrizio Di Tano il 31 gennaio a San Castrese e l'8 dicembre Paolo Siervo in località Monte Ofelio, a poche centinaia di metri dal centro sessano. Il quarantunenne Paolo Matano, guardia penitenziaria, si è suicidato il 18 febbraio 2013 nella propria abitazione di Carano e a distanza di due anni, nello stesso giorno, Andrea Verrengia, 39 anni, si è tolto la vita a Cellole. Il quadro è completato dai 59enni Libero Tormento, ex impiegato comunale, impiccatosi il 29 maggio 2012 in località San Venditto, nei pressi della centrale nucleare del Garigliano, e Rosa Starnino, che si è lasciata andare venerdì nell'abitazione paterna di Galluccio.
IL VESCOVO: MAI PIU' QUESTI DOLORI - Francesco Orazio Piazza * Giovanni perché? Questa domanda è sulla bocca di tutti. È il quarto urlo che tragicamente risuona nella solitudine sociale del nostro Territorio. Il quarto giovane che recide drammaticamente il filo della vita e rilancia nel cuore di tutti un evidente sconcerto. Non basta andare alla ricerca di un perché, di una spiegazione, che in qualche modo possa rendere ragionevole ciò che non può esserlo mai, soprattutto in un giovane di appena 23 anni. Le motivazioni potranno essere tante o forse una sola: rimane l’evidenza che quattro giovani, quattro vite sono sottratte alle nostre vite, a quella delle Comunità che, all’improvviso, si scoprono, impoverite umanamente e socialmente. Vi prego, svegliamoci! Personalmente ho il cuore a pezzi. Avverto il dolore della famiglia, degli amici, di coloro che si interrogheranno, nel tempo, su come questo poteva essere evitato. Il dolore e la drammaticità dell’evento devono generare rispetto ma, ancor più, dovranno seriamente interrogare questi nostri difficili giorni, che non pretendono tanto delle spiegazioni, quanto l’ascolto di una voce disperata che insegue il calore di una vera umanità. Tale durissima esperienza deve portarci a tacere e a riflettere; dovrà far emergere il vero senso della pietà: essere toccati profondamente da tanto dolore, segno di una emergenza umana nella qualità delle relazioni, nella cura verso il singolo e l’intera Comunità. In quattro mesi abbiamo dovuto raccogliere il dramma di quattro vite recise: vi prego, ancora una volta: svegliamoci! Non possono esserci scorciatoie qualunquistiche nel dolore che ormai ci appartiene come Società. Giovanni che ha lasciato questa vita è in ciascuno di noi, ha il volto di tanti giovani che ordinariamente incrociamo e di cui non riusciamo a percepirne l’intimità. Sembra, purtroppo, che non ne siamo più capaci. Distratti, sebbene talvolta con motivo, dalle tante questioni aspre di questo nostro momento storico, siamo portati a non saper più cogliere i segni di un disagio umano e sociale ormai diffuso, reso quasi strutturale nella nostra quotidianità. Non vorrei, vi prego, che questo segno così evidente, qualunque possa essere la motivazione che lo ha generato, rimanga ancora una volta come l’evidenza tragica di una singola persona: è il dramma di tutti noi, non solo di una famiglia; è il dramma di una intera Comunità che se da un lato desidera relazioni più umane e attente, dall’altro non fa molto per rendere questo bisogno la vera e primaria emergenza su cui concentrare ogni possibile sforzo. L’attenzione all’altro, alla sua delicata condizione, al suo precario equilibrio quotidiano, da conquistare faticosamente, non può ridursi ad un’azione solidale occasionale, ma è e dovrà sempre più essere una realtà essenziale per vivere e realizzarsi come persone umane. Caro Giovanni, non ho avuto la possibilità di conoscerti, come non conosco ancora tanti altri giovani, ma sento che con te si strappa un pezzo di cuore, si strappa una parte di vita! In questo dolore voglio ricordare a tutti che non possiamo mai abituarci a queste tragiche eventualità. In una solitudine umana e sociale, segnata da carenza di affetti e attenzioni, che facilmente può indurre a scelte da tutti inattese e inspiegabili, il tuo grido squarcia il silenzio delle distanze umane e sociali che tutti siamo ormai abituati a giustificare. Sento il grande desiderio di pregare il Signore Gesù per te e per i tuoi familiari; sento il bisogno di ripresentare il difficile sentiero di una vera Speranza che attraversa la complessità del vivere, con tutti i suoi problemi, per rivelare a tutti l’autentico valore dell’umano incarnato in relazioni che aiutano a sopportare la fragilità del vivere. Da soli non possiamo, dobbiamo raccogliere le energie, quelle di tutti.
*Vescovo di Sessa Aurunca
Fonte: Caiazzorinasce.net
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