IL GRANDE DITTATORE (1940 - Charlie Chaplin)
«Qualsiasi somiglianza tra il dittatore
Hynkel e il barbiere ebreo è puramente casuale», inizia così il film, con
questa didascalia che Chaplin tiene a precisare. E’ una parodia del nazismo e
prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento nazista tedesco.
Nel
1941 questa pellicola ottenne cinque candidature al premio Oscar, inclusi
miglior film e miglior attore dello stesso Chaplin. E’ una vergogna non aver
premiato con un Oscar questo capolavoro universale di Chaplin, l’unico, più di
chiunque altro attore o regista al mondo, a meritarlo. Finché è l’uomo a
decidere non ci sarà mai imparzialità, proprio per questa ragione io valuto i
film per il loro vero valore e non perché sono premiati dagli Oscar.
«Più che in qualunque
trovata comica, credo che il fascino di Chaplin stia nella sua capacità di
riaffermare la verità – soffocata dal fascismo e anche, fatto piuttosto comico,
dal socialismo – che vox populi è uguale a vox
Dei e che i giganti sono vermiciattoli».
(George Orwell).
Il
film fu vietato in quasi tutta l'Europa dal 1940 al 1945 a causa del potere
nazifascista che ne proibì la distribuzione.
Di
tutto il film resta memorabile la celeberrima scena in cui il generale Hynkel danza rapito con un mappamondo inseguendo i
propri sogni di conquista. Chaplin realizzò un duro atto d'accusa alle
dittature emergenti dell'epoca in Europa, ribadendo con forza la propria
vocazione pacifista.
Nel
1949 il film fu distribuito in Italia col titolo “Il
Dittatore”, e fu tagliato di 25 minuti fino al 2002, ridistribuito
integralmente e restaurato dalla BIM Distribuzione.
Nel
1997 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Nel
2000 l'American
Film Institute lo ha inserito al 37 posto nella classifica delle
cento migliori commedie americane di tutti i tempi.
Charles
Spencer Chaplin iniziò la sua carriera da bambino come attore di music-hall e di pantomime.
Nel 1910 si recò in tournée negli Stati Uniti con una compagnia di comici, e
decise di rimanervi. Fece la sua prima apparizione sullo schermo nel 1913 in un
film del regista Mack Sennett. In Charlot si distingue (1914) introdusse il
personaggio del “Piccolo Vagabondo” dai
pantaloni larghi e sformati, grosse scarpe, bombetta e bastone da passeggio:
nel corso della sua carriera, Chaplin avrebbe interpretato questo ruolo ormai
classico in più di 70 film.
Charlie
Chaplin è una garanzia assoluta, tutti i suoi film, muti e non, sono intensi,
commoventi, gustosi, comici e spettacolari, da vedere e rivedere sempre. Un
mostro sacro come Chaplin non ha bisogno di essere pubblicizzato, merita solo
di essere applaudito e venerato.
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